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Emilio MMM_4083L’intervista ad Emilio Minunzio, Vicepresidente ASI Nazionale, per H2O Agenzia Cavalli a cura di Enrico Tonali:

3 domande a EMILIO MINUNZIO su equiturismo e carcere

il cavallo rende liberi

 l 15 maggio inizierà in Sud Sardegna un’attività di turismo equestre totalmente gestita dai detenuti della colonia penale di Is Arenas, nell’ambito di un progetto promosso da ASI Sport Equestri. E’ una novità assoluta nel settore vacanze?

Decisamente si. E’ un progetto fortemente voluto dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria realizzato all’interno di una delle diverse colonie penali presenti in Sardegna, contesti unici dove i detenuti vengono impiegati – dietro retribuzione – in attività agricole e allevatoriali. Quella di Is Arenas è una realtà che si presta particolarmente al turismo equestre, grazie ai numerosi tracciati presenti all’interno dell’area, che si estende da un territorio boschivo fino al mare, con zone desertiche classificate come le più grandi d’Europa. L’attività – integralmente gestita da detenuti – sarà rivolta a  turisti ospiti di alcune selezionate strutture alberghiere limitrofe che, oltre a promuovere l’attività, dovranno effettuare – per motivi di sicurezza – scrupolose attività di censimento.

 Esiste già un precedente nel rapporto cavallo-carcere, quello del penitenziario di Bollate (MI). Questo è diverso?

Bollate è stato il primo esperimento di attività equestre in ambito penitenziario, che ha dato, e continua a dare, un ottimo contributo alla reintegrazione sociale. Il progetto di Is Arenas ha però delle peculiarità che lo rendono unico, a cominciare dalla sua programmazione. Il Settore Sport Equestri ASI ha infatti previsto un iter formativo apposito destinato ad un gruppo di 12 detenuti, precedentemente selezionati tra quelli già impegnati nell’attività equestri della colonia, in particolare nella gestione della scuderia del Gruppo a Cavallo della Polizia Penitenziaria. L’apprezzamento mostrato dai reclusi per questo programma di formazione può essere già considerato un primo lusinghiero risultato. Almeno a giudicare dall’entusiasmo degli stessi detenuti, che colgono in questo progetto un vera opportunità di formazione e di integrazione sociale, oltre che lavorativa.

 Il settore equestre ha trovato nell’ASI (Associazione Sportive Sociali Italiane) un impiego a largo raggio che va dalla riabilitazione motoria a questa “Attività in Carcere” rivolta all’integrazione di detenuti ed ex-detenuti. Funziona veramente?

ASI ha sempre prestato molta attenzione nell’interpretare diligentemente il ruolo di Ente di Promozione Sportiva CONI, esaltando – in diverse circostanze – le peculiarità che, nel panorama italiano, distinguono gli Enti di Promozione dalle Federazioni. La capacità di proporre lo sport in tutta la sua trasversalità è una delle peculiarità di ASI che ha costruito delle vere e proprie attività di eccellenza in ambito socio-sanitario, come appunto quelle rivolte a soggetti con disagio sociale (detenuti in primis) piuttosto che le attività di formazione socio-sanitaria per gli Interventi Assistiti con gli Animali (IAA).